Su Marx
Interessante l’articolo di Massimo Cacciari su Marx apparso sull’Espresso
del 29 aprile 2018. Di contro a economisti e sociologi e pseudo-filosofi come
Althusser Cacciari sottolinea con forza che Marx è nato ed è sempre stato un
filosofo. Fino al Capitale, senza la
filosofia del quale nulla si capisce. A cominciare proprio da categorie quali
Economico, Capitale, Struttura ecc. Solo infatti entro un Sistema e per un
Sistema quelle categorie si spiegano e si capiscono. La stessa critica (dell’economia
politica, della politica ecc.) è possibile solo perché tutto è critica e dunque
criticabile (la critica stessa ovviamente).
E' possibile (/necessaria) critica dell'economia perché la prima
critica è quella dell'economia verso tutte le cose e le persone. In questo
senso Cacciari ha ragione di dire: "Contraddittorio in sé è il capitalismo
stesso. Il capitalismo è crisi, è fatto di crisi".
Come del tutto vero è che "la classe operaia è elemento
essenziale del capitale stesso". Nessuna autonomia operaia! (né
"semplice 'operaismo'!") E' solo come elemento della contraddizione
che il capitale è, che la classe operaia può rivoluzionare quella logica (può
contraddire la contraddizione) e il suo stato di cose esistente.
Giusto quindi dire che il comunismo nella mente di Marx è (deve
essere) "Sistema”. Aggiungerei anche che il problema (dramma) del
comunismo novecentesco rimanda in primis ad un certo impianto teorico, quello che
ha mantenuto la scissione fra la politica del movimento operaio come critica
del capitalismo e del potere borghese e invece la società comunista appunto
come Sistema, in ultima istanza (necessariamente) totalitario.
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