Honneth e il socialismo

Axel Honneth è un pensatore tedesco direttore dell'Istituto di ricerche sociali di Francoforte (la "Scuola di Francoforte"), in un'intervista al Manifesto (31 marzo) propone di tornare "a rimettere al centro dell'agenda culturale e politica 'l'idea di socialismo'".

La crisi in cui versa il socialismo oggi è innegabile, occorre però trovare "una via d'uscita".
Partendo da un dato di chiarezza: le responsabilità storiche dell'ultimo socialismo, quello degli anni 90. Scrive Honneth "le riforme avviate  negli anni 90 dal Labour Party di Blair e dalla SPD di Schroeder, in particolare nel mercato del lavoro, sono state avvertite come un tradimento di conquiste sociali ottenute in decenni di lotte". Oggi flessibilità significa solo "nuovi dispositivi di disciplinamento e di repressione" che si risolvono nei "nuovi imperativi sociali della mobilità e della flessibilità" appunto.
Bisogna ripartire da qui e fare il contrario: "oggi la sinistra dovrebbe avere il coraggio di rendere nuovamente plausibile l'idea di una forte regolazione politica dell'economia e della finanza, rimettendo al centro il valore dei beni pubblici: ospedali, scuole, piscine comunali"; ma poi anche una nuova "politica sociale delle abitazioni" e soprattutto "scuola pubblica". E ancora: promuovere una politica di "uguaglianza" che importi certo tutela dei diritti della persona, ma poi anche una vita civile cooperativa e solidale.
Anche la promozione della democrazia dovrà sempre avvenire nella consapevolezza che "l'accumulazione di capitale nella sfera della produzione e della finanza, mina qualsiasi processo di governo democratico della società". 
Certo non bisogna più credere che la sola alternativa al capitalismo sia la programmazione centralizzata dell'economia, al contrario puntare a sviluppare "forme di proprietà cooperative, familiari, comunitarie".
Una nuova idea, ma anche una nuova pratica di socialismo, dovrà essere dunque tutte queste cose insieme: difesa dei diritti individuali, ma anche critica dei modi di accumulazione capitalistica, sviluppo della democrazia, pace e cooperazione. Il facile difficile a farsi, ma da riprendersi a fare.

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