Stato delle cose

Le elezioni italiane hanno sancito la vittoria delle estreme (Lega e 5S) e la sconfitta del "ceto medio" o "moderato". Il Corriere (26-3) ha riportato dati SWG da cui risulta che il "ceto moderato" che nel 2013 rappresentava il 36% dei cittadini, nel 2018 risulta ridotto al 21%. Radicalizzazione sociale quindi e radicalizzazione politico-elettorale.

L'asse strategico della democrazia è indebolito. Manca un "progetto" un "orizzonte" lamenta sempre il Corriere.
L'ultimo poteva essere stato quello di Renzi e dell'operazione Rosatellum, una legge elettorale che doveva favorire la convergenza dei 'moderati' dal PD a Berlusconi, verso una prospettiva "larghe intese" sul modello tedesco e spagnolo. Quella possibilità è saltata perché si diceva è venuta meno la base d'appoggio. Di qui la vittoria delle estreme populiste oltre  alla consueta sconfitta della sinistra.
Eppure non saranno tempi facili per loro. In Italia, ma anche in ragione del contesto internazionale, dove pure i populisti vincono.
Un analista come Ferdinando Giugliano su Repubblica (26/3) ha ricordato infatti le difficoltà di Trump e della stessa May quando si sono trovati a governare.
Altro vincere altro governare mantenendo le promesse.
La May aveva sostituito l'europeista Cameron con posizioni spavalde sulla Brexit e invece la GB si sta accorgendo che pagherà salata la sua scissione dall'Unione Europea.
Anche Trump con la firma dei dazi sull'acciaio è stato corrivo con il suo elettorale nazionalista e protezionista, ma rischia di avere pesanti contraccolpi dall'Europa ad esempio e ancor più dalla Cina. E l'economia americana vive per tanta parte dalla domanda estera.
Quanto all'Italia Gugliano prevede tempi duri per i "due fattucchieri" Di Maio e Salvini. Come mettere insieme misure espansive per la produzione e il lavoro con la flat-tax e il reddito di cittadinanza è difficile da capire.
Margini, sociali e politici, per un "progetto" alternativo ci sono.
Aspettiamo la sinistra.

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