Anno zero

Enrico Rossi Presidente della Toscana ed esponente di LEU parla della necessità di una "critica radicale" di quello che la sinistra è stata in Italia "negli ultimi decenni e in particolare negli ultimi anni". Appunto. Riguarda il centro-sinistra, cioè il PD, ma sicuramente anche la sinistra radicale, quella storica (SEL-SI) e quella fuoriuscita dal PD (MDP).

I sei mesi persi dietro un idiota come Pisapia sono stati determinanti per la sconfitta elettorale. Come l'improvvisazione di Grasso, il modo di compilazione delle liste, il tono mesto e sgangherato della campagna elettorale.
Il dramma della sinistra italiana è stato dato dal combinato disposto PD-sinistra radicale.
Sono state due esiziali 'strategie' che hanno letteralmente ucciso la storia della sinistra e un patrimonio di insediamento, rappresentanza, cultura politica.
Rossi dice poi che occorre "una sinistra popolare e di governo" cui dare avvio con "un nuovo inizio, un nuovo partito, il partito del lavoro".
Detta così è accettabile. Ma possono gestire una tale fase quelli che sono stati fino a ieri con il PD o in SEL o hanno sostenuto Pisapia?
Lo stesso invito ad un nuovo "radicamento sociale" è tanto giusto quanto da rendere credibile, con proposte e un personale politico rinnovato.
Giusto anche dire che "se proviamo a sommare le liberalizzazioni, la riforma delle pensioni Fornero, il jobs act, la riforma della scuola, i tagli alla sanità, i tagli agli enti locali e i tagli agli investimenti forse le cose cominceranno a risultare sufficientemente chiare". Soprattutto per chi ne è responsabile.

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