Überalles?
In Germania, precisamente nel Baden-Wuertenberg industriali e sindacati hanno firmato un accordo che prevede un aumento annuale dei salari del 3,5% spalmato su 27 mesi, ma soprattutto introduce la possibilità di ridurre da 35 a 28 ore la settimana lavorativa per un massimo di due anni.
Ma potrà valere Überalles, cioè per tutta la Germania e soprattutto negli altri paesi?
Intanto è un accordo importante perché in controtendenza rispetto al verbo liberista di uno sfruttamento sempre più intenso del lavoro. Nel cuore economico dell'Europa si dimostra invece che è possibile riporre al centro la qualità della vita del lavoratore (che poi si ripercuote anche sulla qualità del suo lavoro) e anche una flessibilità ragionevole (chi vuole lavora solo 28 ore, ma chi vuole può arrivare a lavorarne 40 a settimana).
C'è ovviamente il problema del salario, i padroni tedeschi non hanno accettato l'invarianza di reddito per chi lavora meno ore, ma sono tuttavia previste compensazioni in busta paga e chi lavora meno avrà diritto a 8 giorni di ferie in più. Quindi soluzioni ragionevoli sono possibili.
L'importante è che passi l'idea del lavorare meno ore, tendenzialmente tutti. Per riguadagnare tempo di vita, di studio, di divertimento.
E in Italia? Si può. Puntando a meno orario a parità di salario, ma trovando anche anche altre forme, ad esempio integrando l'elenco delle prestazioni di welfare aziendale fiscalmente esenti.
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