Partito politico, oggi

Un articolo su "Repubblica" del 1 febbraio tratta del travaglio della socialdemocrazia tedesca. Ma visto come una crisi di crescita, cioè di crescita democratica e di dimostrazione di vitalità del più antico partito europeo. Vitalità perché la proposta di una nuova Grosse Koalition con la Merkel ha portato al sinistra del partito e gli Jusos a promuovere una campagna di nuove iscrizioni da giocare nel referendum interno sulla proposta appunto di accordo con i moderati.
Il segretario della SPD ha risposto promuovendo altrettanta campagna di favorevoli alla Gro. Ko. Sono "dinamiche" scrive la giornalista "che fanno riflettere". E proprio perché "danno conto di processi interni profondamente democratici, intessuti di una struttura d'altri tempi dichiarata prematuramente morta". Una modalità democratica che è l'"opposto speculare" a quanti "hanno sostituito congressi, referendum e segreterie con plebiscitarie democrazie dei clic e primarie vere e finte".
A qualcuno in Italia dovrebbero fischiare le orecchie. In Italia dove, prosegue la giornalista, i populismi sono cresciuti proprio perché è passata una linea, nella sinistra in primis, che presuppone "la trasformazione del termine partito in parolaccia, sostituito da 'alleanze' e 'movimenti' che dovevano farne dimenticare la lunga tradizione".
Il qualsiasi futuro per la politica e la sinistra italiana dovrà passare per la presa d'atto di questo.

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