Sinistra/centro-sinistra 2)

Giusto e tempestivo l'appello di Anna Falcone e Tomaso Montanari per una "nuova sinistra". Un nuova sinistra da costruire non su parole d'ordine politiciste e magari opportuniste, ma assumendo come asse centrale la "lotta alla diseguglianza" vista giustamente come "la grande questione del nostro tempo".

La sinistra deve ripensarsi da qui. Di nuovo non a partire da esigenze di ceto, ma per ricostruirsi come "spazio politico nuovo", capace di operare una "rottura" con le vecchie politiche di centro-sinistra per cui "per troppi anni ci siamo sentiti dire che la partita si vinceva al centro", da "una classe politica che si diceva di sinistra ed è andata al governo per realizzare politiche di destra".
Tutto giusto dunque. Sicuramente la proposta di un appuntamento per il 18 giugno fa chiarezza, rispetto invece al pallido appuntamento politicista di Pisapia del 1 luglio.
Ma c'è un problema che va segnalato. "Sinistra unita" non può essere un generico "spazio politico nuovo" tutto votato solo a realizzare "una sola lista" alle prossime elezioni politiche. Perché così il politicismo uscito dalla porta rischia di rientrare dalla finestra. Riducendosi il discorso ad una mera lista elettorale, magari animata dalle migliori intenzioni, ma alla fine tesa soprattutto a superare la soglia del 5%.
Bisogna dare l'indicazione di un nuovo partito politico della sinistra, questa precisa opzione politico-organizzativa deve andare di pari passo alla certo indispensabile proposizione di una nuova lista unitaria di sinistra. Se la sinistra non si riorganizza nel mentre si propone agli elettori rischia di ripetere vecchi errori. E invece noi non vogliamo né una nuova Sinistra Arcobaleno, neanche però una nuova Italia Bene Comune, cioè la somma algebrica di sinistra moderata e sinistra radicale. In entrambi i casi si è visto come è finita. 

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