Ancora Berlinguer

Scalfari su Repubblica ha ricordato la pallosissima intervista di Enrico Berlinguer sulla questione morale. Qualcosa merita di dirsi perché a decenni ormai dai fatti gli equivoci continuano ad abbondare, a riprova della profondità di una crisi culturale, morale, di classe dirigente e solo da ultimo politica.

Scalfari difende ancora Berlinguer, raccontando che nel corso dell'intervista gli aveva confidato che "ai tempi della solidarietà nazionale" gli avevano offerto per i comunisti posti di sottogoverno, banche, enti ecc. insomma offerto "un posto importante nel banchetto". Berlinguer ovviamente rivendicava di non aver preso parte allo stesso dimenticando che il vero "banchetto" era proprio la "solidarietà nazionale" dove partiti nati alternativi, convergevano in nome di una malintesa e strumentale emergenza nazionale. 
Il fatto in sé della convergenza fra opposti è la vera ragione della crisi politica e morale della democrazia italiana.
Tutto il resto: da tangentopoli a Roma capitale, passando per vent'anni di berlusconismo fino ai più recenti scandali, sono figli diretti della 'filosofia' perversa del compromesso storico (e della Terza Fase di Moro).
Così a Francesco Piccolo che interviene a sua volta nella pallosissima discussione, sostenendo che Berlinguer fu "progressista" fino al compromesso storico, per poi "arroccarsi" dopo la morte di Moro in una posizione sterilmente di sinistra (la "diversità comunista" ecc.), andrebbe detto che le cose stanno esattamente al contrario. Berlinguer si arroccò per tutto il decennio 70 su una posizione innaturale e sbagliata come quella del compromesso storico, che pagò con la rottura con il mondo operaio (contrarietà ai "sacrifici") e con il mondo giovanile (Movimento del 77), cioè con l'intero suo mondo di rifermento. E questo e solo questo determinò la crisi terminale del PCI. 
Accortosi assai tardivamente di quanto stava avvenendo Berlinguer cercò di passare ad una soluzione positiva, progressiva, quella detta della "alternativa democratica". 
Ma ormai era troppo tardi. Il destino del PCI e di Berlinguer era segnato.
Il leader comunista ebbe solo la fortuna di morire 4 anni prima del suo partito. Non si perse niente.

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