I millennials e il capitalismo

Mauro Magatti economista della Cattolica riporta sul Corriere della Sera una ricerca effettuata fra i giovani americani dalla quale risulta che i giovani di oggi, quelli nati e cresciuti con la crisi (i millennials), si dichiarano al 51% contrari al capitalismo. Ne conclude Magatti che qualcosa sta cambiando "nella testa e nel cuore dei giovani americani (ed europei)", cresce cioè la critica al "liberismo sfrenato" come allo "statalismo aggressivo" e aumenta la sensibilità civile, verso l'ambiente, anche l'apertura all'altro e la sensibilità verso i migranti.

Questo interroga la politica, nota giustamente Magatti. Che fa addirittura un impegnativo riferimento al '68, a dire che occorre un "discorso pubblico" capace di raccogliere certe domande universali per dargli una prospettiva, considerarle "una via per il nostro futuro".
Occorre insomma che "anche politicamente le generazioni degli adulti e degli anziani siano disposte ad ascoltare le proposte e le istanze di chi ha vissuto la propria adolescenza lontana dai miti della crescita infinita".
Problema della politica appunto, trovare una alternativa ai "guasti e alle contraddizioni di un modello in liquidazione". 

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