Antipolitica dei politici

Angelo Panebianco (sul Corriere della Sera) dice cose sorprendentemente interessanti su politica e antipolitica. Intanto che è la separatezza e l'autoreferenzialità della politica che determina il populismo (che sarebbe poi il popolo scisso dalla politica). E' la politica che determina l'antipolitica.
Inutile prendersela con il termometro quando si ha febbre. Con grande chiarezza: "il vero problema delle democrazie occidentali non sono i suddetti movimenti di protesta. Sono le non-risposte o le risposte sbagliate delle elites". Appunto.
La risposta all'antipolitica deve dunque essere di nuovo politica. O di una politica nuova. Che non sia più elitista ed autoreferenziale, ma che neanche scimmiotti l'antipolitica facendosi essa stessa antipolitica, demagogica, populista ecc.
Il discorso vale anche per l'Europa. Panebianco paventa il rischio di un ritorno nazionalista dei singoli Stati di fronte alle sfide della globalizzazione e delle migrazioni intercontinentali; solo si illude che questa Unione Europea possa essere la soluzione della crisi. Vale anche qui il discorso sul termometro e la febbre: l'UE è la causa della crisi, non può essere la soluzione.
Giusta comunque la chiusa: la politica deve riprendere in mano il suo destino, la sfida dovrà tornare ad essere fra chi avrà le soluzioni migliori per affrontare davvero i problemi maggiori: economici. sociali, di democrazia.
Solo la politica potrà salvarci dall'antipolitica (ingenerata dalla politica). 
Un'aporia? Chi la scioglierà avrà in mano le chiavi del futuro.

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