Bauman e il democratic carnival

Zygmunt Bauman riconsce l'importanza di internet nella nostra vita e anche nelle nostre democrazie, ma segnala il rischio di una eccessiva semplificazione per un mondo che rimane complesso e in cui la contaminazione, piuttosto che la "confortevole solitudine" della rete, è la regola.
Resta vero che la recente prolificazione dei movimenti "antisistema" in tutto il mondo ha solo il suo veicolo nella mobilitazione on line, perché per il resto la sua reale origine è "nella crisi di fiducia verso la democrazia". Semmai la vera "interdipendenza" oggi, quella che mette sotto stress le democrazie nazionali, è quella della globalizzazione, dei mercati, con tutti quei fenomeni, essi stessi globali e quindi non gestibili nazionalmente, che essa evoca.
I governi democratici oggi sono soggetti ad una "doppia pressione", quella tradizionale, interna, dei propri elettori e quella della "realtà globale indipendente", dei mercati, delle borse, di "poteri mai eletti da nessuno".
E' difficile opporsi alla cogenza di questi processi.
Gli stessi movimenti antisistema, nota Bauman, con le loro proteste nate nelle rete e poi trasposte in piazza, hanno in verità scarsa efficacia. Bauman ricorda il fallimento sostanziale delle decantate "primavere arabe". Si va in piazza, si fa festa per qualche giorno, si alimenta la "carnival solidarity", ma poi resta poco (di davvero incidente contro la globalizzazione).
Le conclusioni del discorso non sono ottimistiche. Di certo la sinistra non può essere solo quella dei diritti e dei "matrimoni omosessuali", qui Bauman è d'ccordo con Michéa, deve recuperare il suo "blocco elettorale" e il senso della "giustizia sociale" autentica sua "ragion d'essere". Se farà questo non solo si salverà dall'impatto della globalizzazione, ma contribuirà alla fuoriscita della democrazia dalla sua crisi.

Commenti

Post popolari in questo blog

Malinconia di sinistra. Riflessioni sulle elezioni del 4 marzo

Bettini e l'autocritica

Rossanda e la crisi