Nord Europa e socialdemocrazia

La socialdemocrazia è in crisi nei posti in cui è nata e si è affermata, in particolare dal secondo dopoguerra. In Inghilterra il laburismo ormai è acefalo da dopo Blair, la SPD sono anni che perde colpi ed iscritti ed è costretta ad una juniorpartenrship con i conservatori della Merkel.
La novità è che i problemi esistono ormai anche nel mitico Nord Europa della socialdemcorazia efficiente e solidale.
E' recente la sconfitta in Danimarca della premier progressista Thorning-Schmitt da parte della destra populista; lo stesso avviene però in Svezia e Finlandia.
La crisi della sinistra dunque è generalizzata. Riguarda il Sud Europa ma appunto ormai anche il Nord, riguarda i socialisti spagnoli ma anche le forze progressiste orientali. Il PSE è ormai un corpo morto politicamente parlando e la stessa Internazionale Socialista da anni non produce analisi e proposte (a livello planetario per altro).
E invece avanzano le destre, segnatamente i populismi. E' il modello di Welfare così tipico delle socialdemcorazie nordiche ad essere andato in crisi, indubbiamente gli enormi flussi migranti creano tensioni e diffidenze e soprattutto rendono quel modello difficilmente sostenibile soprattutto nella sua universalità.
Insomma la crisi non riguarda solo la sinistra comunista e radicale, ormai anche quella moderata del Nord Europa.
Forse un punto bisognerebbe farlo. Pensare non solo al governo. Ma anche alla società, alla rappresentanza degli interessi, ma anche a quella politica di rappresentanza, ai modi in cui organizzare e dare voce e peso politico ai poveri e agli emarginati, oggi.

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