Vendola e la sinistra

Per fortuna della Puglia, Vendola smette con oggi di esserne Presidente. Verrà sostituito da uno molto peggio.
Ora però è disoccupato e minaccia (sul "Secolo XIX" del 29 maggio) di "tornare a dare una mano sulla scena nazionale".
Fortuna che assicura anche di volere "dedicare più tempo a lui stesso come individuo". Ecco, bravo. Si sposi. Vada in Canada. O in Olanda. E si tolga dai coglioni.
Comunque non se ne va senza aver fatto una proposta: "costruire una sinistra non testimoniale e minoritaria". Che significa? Sempre nel laido Jargon vendolista: "un soggetto che riorganizzi il campo e si faccia trovare pronto con un'agenda di governo". Ma che significa riorganizzare il campo? Fare un partito, una semplice lista, un circolo di anime perse tipo Lista Tsipras o SEL?
L'unica cosa certa è che deve essere "di governo", cioè una aggregazione di quanti a sinistra aspettano l'occasione buona, dopo Renzi, per tornare a farsi rieleggere in Parlamento e entrare a far parte di  un qualche governo.
Il punto è che il "dopo Renzi" e una seria prospettiva di governo, non arriverà mai finché non si scioglie il nodo di che cos'è la sinistra. Di chi organizza, di chi rappresenta, di che cosa vuole, di cosa propone al Paese. E invece Vendola e i suoi sanno solo organizzare i loro interessi, quelli di un ceto politico di falliti di sinistra, che nel fallimento generale del centro-sinistra è però riuscito a farsi rieleggere in Parlamento, ad avere di nuovo il finanziamento pubblico, appunto senza minimamente proporsi un progetto politico.
Il famoso "non voglio un partito ma riaprire la partita" questo ha significato. Appunto riportare Gennaro Migliore in Parlamento (insieme alla Piazzoni) con i noti esiti. Non tanto di scissione di SEL, che di quello chissenefrega, ma di fallimento di "Italia Bene Comune", dunque di vittoria di Renzi, di governo di centro-destra (PD+Alfano), di nascita del "Partito (unico) della Nazione", di enorme spazio per Grillo ecc. ecc.
Ricapitolando: la sinistra radicale italiana è tutta dentro la crisi. Ne è parte organica. Le sue responsabilità sono inescusabili.
Occorre cambiare pagina. Un progetto, un partito, idee nuove, una nuova classe dirigente.
Affidare ancora a Vendola e soci il futuro della sinistra sarebbe diabolicum

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