Piketty e la sinistra europea

Assai lucido l'intervento di Thomas Piketty pubblicato l'altro giorno su Repubblica.
Due i punti fermi: "tutti uniti contro l'austerità" e la "sinistra europea riparta da Syriza".
E per sinistra europea non si intende certo solo la sinistra radicale, ma anche quella socialista, chiamata dall'economista francese a convergere con Syriza e con la nuova sinistra spagnola, cioè con la "rivoluzione democratica venuta dal Sud".
Segnatamente convergere contro le politiche liberiste, contro le micidiali regole sul rientro dal deficit imposte ai paesi nel 2011 e 2012, culminate con l'assurdo italiano del vincolo di bilancio in Costituzione.
Occorre una sinistra capace di farsi forza dirigente in questa prospettiva alternativa: "meno austerità, più crescita, meno disoccupazione".
Piketty conclude che se non si avvia velocemente una "rifondazione democratica della zona euro", il rischio è quello di "nuovi scossoni politici, stavolta dall'estrema destra". L'invito a Hollande e Renzi è quello di appoggiare le domande nuove, di svolta, imposte dal nuovo protagosnismo della sinistra europea.
Il punto è che in Grecia e in Spagna hanno cominciato a darsela questa sinistra nuova, in Italia?

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